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3 ETF per investire sull'indice S&P 500

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L’S&P 500 è il principale indice azionario mondiale. In questo articolo scopriamo 3 tipologie di ETF per investirci

3 ETF per investire sull'indice S&P 500
 
  • Livello: Per principianti
  • Tempo di lettura: 5 minuti
Ecco i temi che tratteremo oggi
In questo articolo analizzeremo 3 ETF che ci permettono di investire sull’indice S&P 500. Vedremo le caratteristiche, perché scegliere uno piuttosto che un altro e, infine, analizzeremo quello che ha performato meglio.
Ma innanzitutto, che cos'è l'S&P 500?

Che cosa è l'indice S&P 500

L'indice S&P 500, dall’inglese "Standard & Poor's 500", è un indice composto dalle cinquecento maggiori società statunitensi quotate a Wall Street, che insieme rappresentano l’80% della capitalizzazione di mercato statunitense.
Proprio per questo motivo, viene utilizzato dagli investitori di tutto il mondo per avere un quadro generale di come si stia comportando l’economia, non solo americana, ma anche mondiale o perlomeno dei paesi sviluppati.
Non tutte le aziende possono però entrare all’interno dell’indice; devono infatti rispettare dei requisiti particolari, tra cui un determinato valore di mercato, un numero elevato di azioni in circolazione disponibili alla contrattazione e avere una situazione finanziaria stabile.
Una volta che un’azienda rientra tra le prime 500 di Wall Street e ha inoltre questi requisiti, viene inserita nell’indice.
Ma come è composto questo indice? Ogni azienda ha lo stesso peso? Vale quindi lo 0,20%?
No, infatti l’indice utilizza il criterio della ponderazione in base alla capitalizzazione di mercato. Questo vuol dire che più un'azienda ha un valore di mercato elevato, più peso avrà all’interno dell’indice.
Ad esempio, non è un caso che, se vediamo il peso che ha ogni componente all’interno dell’indice, notiamo Apple al primo posto, seguita da Microsoft, poi Amazon e Nvidia.
Questo cosa vuol dire in altre parole? Che per ogni euro investito, circa trenta centesimi vanno sulle prime dieci aziende, che rappresentano circa il 30% dell’intero indice, e i restanti settanta centesimi su tutte le altre 490.
In altre parole, un calo di una di queste prime dieci aziende avrà un impatto molto maggiore sull’andamento del tuo ETF e quindi del tuo portafoglio, rispetto a quando a calare è il titolo che si trova alla posizione 500.
Un’altra cosa interessante da osservare per ogni indice sono i settori che lo compongono e anche la distribuzione geografica, che però in questo caso sarà solo Stati Uniti.
Per quanto riguarda i settori, vediamo che un grosso peso l’hanno i titoli appartenenti al settore tech, poi i finanziari e quelli dell'HealthCare.
S&P 500 Sector Breakdown
Fonte: S&P 500 Dow Jones Index Sector Breakdown, al 20/08/2024
Come possiamo utilizzare al meglio questo dato?
Ad esempio, se abbiamo un altro ETF, magari esposto in questo caso sulle aziende tecnologiche di tutto il mondo, probabilmente molte di quelle aziende saranno le stesse che troviamo qui.
Andando quindi a comprare questo ETF ci staremo sovraesponendo al settore tech.
Questo non è in assoluto sbagliato, ma dobbiamo esserne consapevoli.
lorenzo image
 Quando scegli un ETF sull'S&P 500, considera se preferisci ricevere i dividendi o reinvestirli automaticamente; questa scelta può fare la differenza nel lungo periodo, specialmente in termini di tassazione.t
Lorenzo Demaria, esperto di ETF e editor online freelance per justETF

ETF sull’S&P 500

Bene, ora che abbiamo visto gli aspetti più tecnici di questo indice, passiamo ad analizzare degli ETF che ci permettono di replicare le performance dell’S&P 500.
Partiamo dicendo che esistono 19 ETF sul sito di justETF che ti permettono di replicare l’S&P 500 e che seguono le normative europee; qui ne presentiamo solo alcuni, ovviamente non si tratta di consigli finanziari.
Brevemente ci tengo a precisare il compito che ha un ETF o se vogliamo dirla in un altro modo, quanto l’ETF sta facendo bene o male il suo compito. Questo lo capiamo da quanto bene traccia l’indice sottostante, in questo caso l‘S&P 500. In altre parole, questo vuol dire che se l’indice S&P chiude il 2024 con, ipotizziamo, un +10%, io mi aspetto che le performance del mio ETF siano attorno a questa cifra. Proprio perché l'obiettivo dell’ETF è replicare le performance di un indice. La scelta di questi ETF è stata fatta in base alla loro grandezza e a delle caratteristiche che ci preme sottolineare, ripetiamo che non si tratta in alcun modo di consigli finanziari.
Detto ciò partiamo con il primo ETF.

1. ETF

Il primo ETF è emesso da iShares, ticker CSSPX. Vediamo le caratteristiche: ETF CSSPX
Fonte: justETF, scheda prodotto ETF CSSPX al 20/08/2024
Questo ETF ha un costo, quindi un TER annuo molto contenuto pari allo 0,07%, accumula i dividendi reinvestendoli direttamente nel fondo, ha una replica fisica totale, ovvero replica l’indice acquistando direttamente le azioni che ne fanno parte, in rapporto di 1:1. La valuta di denominazione dell’ETF è il dollaro e non ha la copertura dal rischio cambio.

La replica sintetica degli ETF

La replica fisica degli ETF
Fonte: justETF Research, al 25.07.2024
Questo vuol dire che, essendo noi italiani o comunque che utilizziamo l’euro, il nostro rendimento dipenderà non solo dalle performance effettive dell’ETF e quindi dell’S&P 500 ma anche dall’andamento del cambio euro-dollaro.
Ci si può proteggere da questo rischio?
Sì, selezionando ETF sull’S&P 500 che hanno la copertura valutaria. Se facciamo questa scelta, il nostro rendimento in euro dipenderà solo dall’andamento dell’S&P 500.
Puoi trovare questi ETF cercando la scritta "Hedged" nel nome.
Ovviamente, questa copertura ha un costo che si riflette in un TER maggiore.
Ha senso avere un ETF azionario con copertura?
Sì, per chi non vuole prendersi questo rischio e ha quindi una variabile in meno di cui preoccuparsi.
Tuttavia, va considerato che essendo l’S&P 500 composto da aziende che operano in tutto il mondo e quindi commerciano non solo in dollari, l’andamento del titolo stesso è in ogni modo dipendente dal fattore valutario.
Lascio a te scegliere quindi se ha senso o meno; questo ETF comunque è senza copertura valutaria e, infine, vediamo che è stato lanciato nel 2010 e il domicilio del fondo è in Irlanda.
Il fatto che si trovi in Irlanda piuttosto che in un altro paese ci permette di avere delle efficienze di tassazione sui dividendi alla fonte, ovvero di pagare il 15% di withholding tax sui dividendi da azioni americane. Ed essendo composto solo da azioni statunitensi, questo è un sicuramente un vantaggio.
Più avanti vedremo un ETF che permette di azzerare questo 15%.
Le performance le vediamo dopo, quando li confrontiamo tutti.

2. ETF

Passiamo subito al secondo ETF emesso da Vanguard, dal ticker VUSA.
ETF VUSA
Fonte: justETF, scheda prodotto ETF VUSA al 20/08/2024
Le dimensioni del fondo sono ampiamente accettabili, il TER è molto basso ed analogo a quello visto prima. La replica anche in questo caso è totale. La valuta è il dollaro, non c’è copertura valutaria ed è stato lanciato da oltre 12 anni. Quindi ottimo.
La prima vera e propria differenza la notiamo con la gestione dei dividendi.
In questo caso l’ETF è a distribuzione e quindi ogni qual volta che le società che ne fanno parte distribuiscono i dividendi, l’ETF li raccoglie e trimestralmente li distribuisce e li vedremo quindi arrivare sul nostro conto.
Le aziende che ne fanno parte sono esattamente sempre le stesse, solo che il dividendo verrà effettivamente distribuito all'investitore e non reinvestito nel fondo.
Va però considerato che questi dividendi saranno poi tassati al 26%.
Quindi se la tua idea è quella di voler reinvestire autonomamente i dividendi nel fondo, andresti a reinvestire meno di quanto accadrebbe con un semplice ETF ad accumulo, come quello di prima. 
Se invece il fattore dividendo, l’idea quindi di vedere fruttare i tuoi investimenti con la distribuzione automatica di soldi che ti entrano in tasca e puoi quindi utilizzare per fare altro è qualcosa che stai ricercando, questo ETF potrebbe entrare nella tua watchlist.
Tutte le altre caratteristiche sono pressoché analoghe a quelle viste prima.

3. ETF

Passiamo ora al terzo e ultimo ETF. In questo caso è emesso da Invesco, il ticker è SPXS.
ETF SPXS
Fonte: justETF Research, al 25.07.2024
Anche qui notiamo un asset gestito molto ampio, un TER ancora più basso di quello visto prima ed è ad accumulazione.
La grossa differenza qui la notiamo invece sulla tipologia di replica.
In questo caso si tratta infatti di una replica sintetica.

La replica sintetica degli ETF

ETF fisico vs. ETF a compionamento
Che cosa si intende con questo termine?
Se prima abbiamo visto che con quella fisica, l’ETF aveva esattamente tutte le azioni delle aziende presenti all’interno del fondo, in questo caso, brevemente, possiamo dire che la replica dell’indice avviene tramite un’operazione swap.
Senza andare troppo nei dettagli, l’ETF stipula un contratto con un intermediario finanziario, che si impegna a dare il rendimento dell’indice in cambio del pagamento di una commissione. Per farla breve, se l'indice S&P 500 guadagna il 5%, la controparte dello swap paga all'ETF il 5%.
L'ETF non detiene quindi le azioni dell’S&P 500; lo swap tuttavia gli permette di guadagnare o perdere però come se le detenesse.
Nasce quindi un rischio di controparte. Ovvero, nel caso in cui questa controparte dello swap dovesse fallire o comunque non essere in grado di adempiere ai propri obblighi, potrebbe esserci la possibilità che gli investitori non ricevano indietro i loro soldi o che comunque subiscano delle perdite significative. Questo con la replica fisica è qualcosa che invece non può accadere.
Tuttavia, seppur da considerare, questo è un rischio minimo. Inoltre, la replica sintetica può avere dei vantaggi dal punto di vista fiscale.
Ricordi prima la tassa del 15% che si deve sostenere sui dividendi che queste aziende distribuiscono? Ecco, in questo caso, per i dividendi distribuiti dalle aziende statunitensi, questa viene azzerata, essendo strumenti esenti dalla ritenuta fiscale, non scatta la withholding tax. Rimane comunque la tassazione del 26% in Italia. Insomma, da un lato hai un rischio in più che devi considerare, dall’altro lato riesci ad evitare la doppia tassazione e questo gioverà ai rendimenti, anche se di poco.
Bene, veniamo ora al confronto finale.

Confronto tra i 3 ETF - Chi vince?

Sul sito di justETF puoi facilmente confrontare diversi ETF cliccando sul tasto "confronta" sulla pagina di ogni prodotto.
Dopo aver fatto la stessa cosa per tutti gli ETF puoi andare in alto a destra e confrontarli in dettaglio.
Quindi, quale ETF ha fatto meglio?
A logica, quello che ci dovremmo aspettare è che tutti e tre gli ETF abbiano le stesse performance, visto che replicano il medesimo indice.
Questo vediamo che è effettivamente vero per i due ETF a replica fisica, mentre quello a replica sintetica ha ottenuto delle performance leggermente migliori, praticamente su tutte le scadenze.
Confronto tra i 3 ETF
Fonte: justETF Research, al 25.07.2024
Quale è quindi l’ETF migliore?
Dipende, come al solito. Abbiamo visto tre ETF e ognuno di essi aveva delle caratteristiche o relative alla politica di distribuzione dei proventi o alla replica dell’indice. Si tratta in tutti e tre i casi di ETF validi per esporsi all’indice S&P 500, sta a te scegliere se e con quale fare questa scelta.
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