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ETF e Recessione: Tutto quello che c'è da sapere

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I momenti in cui l’economia entra in recessione possono mettere a dura prova il nostro portafoglio. Tuttavia, ci sono alcuni ETF che ci possono aiutare in queste fasi.

ETF e Recessione: Tutto quello che c'è da sapere
 
  • Livello: Avanzato
  • Tempo di lettura: 8 minuti
Cosa ci si può aspettare da questo articolo

Che cosa è una recessione?

Una recessione è un periodo di contrazione economica caratterizzato da un calo significativo e diffuso dell'attività economica. Tecnicamente, una recessione è spesso definita come due trimestri consecutivi di calo del Prodotto Interno Lordo (PIL), ma questa definizione può variare a seconda delle circostanze e delle istituzioni economiche che analizzano la situazione.
Durante una recessione, si verificano tipicamente diversi fenomeni economici negativi, tra cui:
  1. Riduzione del PIL: Il PIL, che misura il valore totale dei beni e servizi prodotti in un'economia, diminuisce.
  2. Aumento della disoccupazione: Le aziende riducono la produzione e i servizi offerti, portando a licenziamenti e aumento della disoccupazione.
  3. Calo dei consumi e degli investimenti: Con meno fiducia nel futuro economico, i consumatori riducono le spese, e le aziende tagliano gli investimenti.
  4. Diminuzione dei profitti aziendali: La riduzione della domanda porta a una diminuzione dei ricavi per le imprese.
  5. Aumento del rischio di fallimenti aziendali: Le aziende, specialmente quelle più deboli o con elevati livelli di debito, possono non sopravvivere alla contrazione economica.
Le cause di una recessione possono variare e includere fattori come shock esterni (ad esempio, una pandemia o un forte aumento dei prezzi del petrolio), politiche economiche inadeguate, crisi finanziarie o squilibri economici accumulati nel tempo.
Le recessioni possono inoltre durare mesi o anni e il loro impatto può variare in gravità, influenzando non solo l'economia di un paese, ma anche il benessere delle persone e la stabilità sociale.
Per uscire da una recessione, i governi e le banche centrali spesso adottano misure di stimolo economico, come la riduzione dei tassi di interesse, l'aumento della spesa pubblica o la riduzione delle tasse.
Negli Stati Uniti, mercato che analizziamo maggiormente quando si parla di investimenti, il National Bureau of Economic Research (NBER) è l'autorità che determina ufficialmente le recessioni.
A differenza della definizione comune basata su due trimestri consecutivi di calo del PIL, l'NBER esamina un'ampia gamma di indicatori economici, come l'occupazione, il reddito personale e la produzione industriale, per identificare una recessione.
Va tuttavia considerato che questo processo è retrospettivo e spesso l'NBER dichiara una recessione solo mesi dopo il suo inizio. Questo in altre parole vuol dire che l’economia statunitense si potrebbe trovare già ora in una recessione, senza però che questa sia stata annunciata.
Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti hanno attraversato 13 recessioni ufficiali, secondo i dati del National Bureau of Economic Research (NBER). Queste recessioni sono stati periodi di contrazione economica che hanno avuto impatti significativi sull'economia del paese, influenzando tutto, dal mercato del lavoro alla fiducia dei consumatori.

Le 12 Recessioni dal 1945

Queste recessioni hanno variato in durata e gravità. Alcune delle più rilevanti includono:
  1. Recessione del 1949: Breve e moderata, si verificò in un periodo di transizione postbellica.
  2. Recessione del 1953: Innescata dalla fine della guerra di Corea e dall'aumento dei tassi di interesse.
  3. Recessione del 1973-1975: Prodotta dallo shock petrolifero e dall'inflazione elevata.
  4. Recessione del 1980-1982: Due recessioni ravvicinate dovute a politiche monetarie restrittive per combattere l'inflazione alta.
  5. Recessione del 2008-2009: Nota come la Grande Recessione, causata dalla crisi finanziaria globale derivante dal crollo del mercato immobiliare.
Le Tre Recessioni del 21° Secolo
Nel 21° secolo, ci sono state tre recessioni significative:
  1. Recessione del 2001: Causata dallo scoppio della bolla delle dot-com, unito agli effetti degli attacchi dell'11 settembre.
  2. Grande Recessione (2007-2009): Innescata dalla crisi dei mutui subprime e dalla conseguente crisi finanziaria globale. È stata la recessione più profonda e lunga dalla Grande Depressione.
  3. Recessione del 2020: Causata dalla pandemia di COVID-19, è stata breve ma estremamente severa, con un impatto immediato e diffuso sull'economia globale.

Azioni e recessioni

Storicamente, l’indice S&P 500 ha registrato un calo medio del 29% durante le recessioni dal 1945. Questo dato riflette il modo in cui il mercato azionario tende a prezzare anticipatamente la contrazione economica, reagendo spesso prima che la recessione sia ufficialmente dichiarata.
Per riportare alcuni esempi, nella Grande Recessione del 2008-2009, l'S&P 500 ha perso quasi il 40% del suo valore prima di rimbalzare del 23% nel 2009. Durante la recessione causata dalla pandemia nel 2020, l'S&P 500 è sceso del 34% nel giro di poche settimane, per poi recuperare e chiudere l'anno con un guadagno di oltre il 16%.

Rendimenti S&P 500 nei periodi recessivi

Rendimenti S&P 500 nei periodi recessivi
Fonte: TRUIST AIG, FactSet, NBER; 2024
Tuttavia, in media, il mercato azionario raggiunge il suo minimo circa quattro mesi prima della fine di una recessione. Questo significa che gli investitori che acquistano vicino ai minimi storici durante una recessione possono spesso trarre vantaggio dalla ripresa del mercato.
Questo accade perché il mercato azionario è noto per essere un "meccanismo di sconto" (o "discounting mechanism"), il che significa che i prezzi delle azioni riflettono anticipazioni e aspettative su eventi futuri piuttosto che solo la situazione attuale. Gli investitori, in sostanza, prendono decisioni di acquisto e vendita basate su ciò che si aspettano che accada nei mesi o anni a venire, piuttosto che esclusivamente sui dati attuali o passati. Questa caratteristica rende il mercato azionario intrinsecamente "forward-looking" (orientato al futuro).
Va considerato però che le azioni non sono tutte uguali e non tutti i settori reagiscono allo stesso modo durante le recessioni.
In periodi di crisi economica, ci sono alcuni settori che tendono a essere più resilienti rispetto ad altri, grazie alla natura dei beni e servizi che offrono. Tra questi, i Beni di Consumo Primari, la Sanità e le Utility sono tre settori che generalmente si comportano meglio durante le recessioni.
Il settore dei Beni di Consumo Primari include aziende che producono e distribuiscono beni essenziali come cibo, bevande, prodotti per la casa e per la cura personale. Questi beni sono considerati indispensabili, quindi la loro domanda rimane relativamente stabile anche durante le recessioni, quando i consumatori tendono a tagliare le spese su beni meno necessari.
Il settore della Sanità comprende aziende che offrono prodotti e servizi medici, farmaceutici e biotecnologici. La domanda di assistenza sanitaria è meno influenzata dai cicli economici, poiché le persone necessitano di cure mediche indipendentemente dalle condizioni economiche. Questo rende il settore sanitario particolarmente resistente durante le fasi di recessione.
Infine, le Utility forniscono servizi essenziali come elettricità, gas e acqua. La domanda per questi servizi è altamente inelastica, il che significa che non varia significativamente con le fluttuazioni economiche. Anche in tempi di crisi, i consumatori continuano a utilizzare questi servizi, garantendo una fonte di reddito stabile per le aziende del settore.
Considerando però anche l'altro lato della medaglia, va detto che la crescita di questo settore può risultare più contenuta rispetto ad altri, complice la presenza di contratti fissi e normative che limitano la flessibilità di espansione o di aumento dei prezzi.

Non solo azioni - Asset class e recessioni

Durante una recessione, infatti, le azioni sono generalmente considerate uno dei peggiori investimenti da detenere.
Questo perché, come abbiamo visto, le recessioni sono caratterizzate da un calo dell'attività economica, che porta a un indebolimento della crescita dei ricavi e degli utili delle aziende.
Quando le performance aziendali sono meno favorevoli, i prezzi delle azioni tendono a risentirne negativamente, riflettendo il peggioramento delle aspettative del mercato.
Al contrario, i titoli obbligazionari core hanno storicamente dimostrato di comportarsi bene durante le recessioni.
Questi strumenti offrono una maggiore stabilità rispetto alle azioni, poiché tendono a essere meno volatili e a fornire un flusso di reddito più sicuro. Possedere obbligazioni core in tutte le fasi del ciclo economico, e in particolare durante un rallentamento economico, può aiutare gli investitori a preservare il capitale e a ridurre il rischio complessivo del portafoglio.
Tuttavia, è importante notare che gli asset più rischiosi, come le azioni, tendono a sovraperformare nella seconda metà di una recessione e durante la fase di espansione economica. In queste fasi, l'economia inizia a mostrare segni di ripresa, la fiducia degli investitori aumenta e i prezzi delle azioni cominciano a salire, riflettendo le aspettative di una ripresa della crescita aziendale e dei profitti.

Andamento Asset Class durante fasi del ciclo economico

Andamento Asset Class durante fasi del ciclo economico
Fonte:PIMCO, FRED, Bloomberg, NBER US Business Cycles; 2024

Come comportarsi durante le recessioni?

Tutto ciò che abbiamo visto fino ad ora in questo articolo non fa altro che sottolineare l’importanza di avere una strategia di investimento flessibile, capace di adattarsi alle diverse fasi del ciclo economico.
Mentre le obbligazioni core possono fornire stabilità durante i periodi di crisi, le azioni possono offrire opportunità di crescita significativa quando l'economia inizia a riprendersi.
La chiave è bilanciare correttamente queste asset class all'interno di un portafoglio diversificato, per poter aver successo attraverso le diverse fasi del ciclo economico. Investire in un mix equilibrato di obbligazioni e azioni, adeguatamente diversificato, può quindi rappresentare una strategia efficace per mitigare i rischi e massimizzare i rendimenti nel lungo periodo, adattandosi alle dinamiche mutevoli dell'economia.
Un portafoglio diversificato non solo distribuisce il rischio tra varie asset class, ma consente anche di sfruttare le diverse opportunità di mercato che emergono nelle diverse fasi del ciclo economico.
In altre parole, le obbligazioni possono proteggere il capitale durante i periodi di recessione, mentre le azioni possono generare rendimenti elevati durante le fasi di espansione.
In questo processo, possiamo considerare anche le materie prime, che possono tornarci utili durante alcune fasi del ciclo economico. Le materie prime, infatti, hanno dimostrato di avere comportamenti distinti a seconda della fase economica in cui ci troviamo. Durante le fasi di espansione economica, quando la domanda per beni e servizi aumenta, le materie prime tendono a beneficiare di questo incremento, con i prezzi che spesso salgono di conseguenza.
Inoltre, in periodi di inflazione elevata, le materie prime possono fungere da protezione, poiché il loro valore spesso cresce in linea con l'aumento dei prezzi al consumo. Questo le rende un'importante componente di un portafoglio diversificato, capace di aggiungere una dimensione di protezione contro il rischio di inflazione e di beneficiare dei cicli economici espansivi.
Investire quindi in ETF può rivelarsi estremamente vantaggioso, permettendoti di includere nel tuo portafoglio diverse asset class a costi contenuti (TER) e senza la necessità di disporre di grandi capitali.
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