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Market Recap febbraio 2025 – Cosa è successo sui mercati?

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I migliori e peggiori ETF di febbraio 2025

Market Recap febbraio 2025 – Cosa è successo sui mercati?
 
  • Livello: Avanzato
  • Tempo di lettura: 5 minuti
Se c'è una parola che può descrivere il mese appena concluso, è incertezza. Mentre i mercati statunitensi rallentano, quelli europei registrano nuovi record.
Intanto, gli equilibri globali appaiono in continua evoluzione, con le banche centrali che procedono su un terreno instabile, mentre la finanza, come spesso accade, sembra vivere in una dimensione parallela. Ma fino a quando questa situazione potrà protrarsi?
Ecco i temi che tratteremo oggi:

Cosa succede sui mercati

Mentre in Europa si discute di strategie a lungo termine, altrove si prendono decisioni che la riguardano direttamente.
Nel mese di febbraio, Stati Uniti e Russia si sono incontrati a Riad per discutere una possibile fine del conflitto in Ucraina, senza coinvolgere né l’Unione Europea né Kyiv stessa.
Uno scenario impensabile fino a qualche mese fa, ma che oggi sembra di sicuro più plausibile: Washington potrebbe ridurre il proprio sostegno all’Ucraina e ridefinire i rapporti con Mosca, lasciando l’Europa con molte domande e poche risposte.
Anche Mario Draghi ha lanciato un monito: se l’UE non agirà come un’unica entità, rischia di trovarsi irrilevante nello scacchiere globale.
Eppure, chi guarda le borse potrebbe pensare che non ci sia nulla di cui preoccuparsi. Il DAX tedesco ha toccato nuovi massimi storici, mentre Piazza Affari è tornata ai livelli del 2008.
L’oro ha intanto sfiorato i 3.000 dollari l’oncia, segnale che alcuni investitori si stanno già coprendosi da un qualche possibile rischio geopolitico.
Questo apparente disallineamento tra geopolitica e mercati può avere diverse spiegazioni.
Da un lato, gli investitori "scommettono" su una soluzione diplomatica, magari sfavorevole per qualcuno, ma sufficiente a evitare una crisi globale. Dall’altro, la liquidità immessa negli ultimi anni e la prospettiva di un allentamento delle politiche monetarie continuano a sostenere le borse. Ma c’è un rischio: se le tensioni dovessero peggiorare, l’ottimismo potrebbe dissolversi in un attimo.
A sorpresa, i mercati non sembrano più così affascinati dagli Stati Uniti. Il risultato? Gli occhi si spostano sull’Europa. Nonostante la guerra in Ucraina e le incertezze sui dazi americani, le borse europee stanno sovraperformando l’S&P 500 da inizio anno, trainate in particolare dal settore della difesa.
Negli Stati Uniti, il vero motore dell’economia continua a essere il consumatore. Nonostante i rialzi dei tassi, la spesa rimane solida, aiutata anche da un mercato del lavoro ancora robusto.
Ma c’è un problema: l’inflazione è salita più del previsto. I dati riferiti a gennaio hanno sorpreso gli economisti: +3 % su base annua, con l’inflazione core che è salita al +3,3 %, ben oltre le attese. Questo complica la strategia della Federal Reserve, che dovrà decidere se continuare a resistere alle pressioni di Trump per un taglio aggressivo dei tassi. Per ora, il mercato scommette su un solo taglio nel 2025, forse a settembre, ma la strada resta incerta.
Se c’è un settore che continua a catalizzare l’attenzione, è quello tecnologico. Le grandi aziende americane investiranno oltre 320 miliardi di dollari in AI nel 2025, con Amazon in testa (100 miliardi). Eppure, l’inizio dell’anno ha dimostrato che non tutto è oro.
Il debutto del modello cinese DeepSeek R1 ha messo in difficoltà Google e OpenAI, dimostrando che è possibile sviluppare modelli di intelligenza artificiale competitivi a costi molto più bassi.
La domanda è: tutti questi investimenti porteranno ai ritorni sperati o stiamo assistendo a una nuova bolla tech?
Nvidia, nella sua ultima trimestrale in cui ha battuto le aspettative, ha però minimizzato il rischio, sottolineando che i nuovi modelli, compreso DeepSeek R1, necessitano comunque di enormi risorse computazionali.
Febbraio è stato segnato anche dalle mosse protezionistiche di Washington. Dopo aver annunciato dazi del 25 % su Canada e Messico, l’amministrazione Trump ha fatto marcia indietro, sospendendoli per 30 giorni.
Tuttavia, i dazi contro la Cina sono entrati in vigore, anche se in misura inferiore rispetto al 60 % promesso in campagna elettorale. Pechino non ha perso tempo e ha risposto con dazi su carbone, gas naturale e petrolio, oltre ad avviare indagini antitrust contro Google e altre aziende americane.
E l’Europa?
Anche il Vecchio Continente potrebbe presto essere nel mirino di Trump, con nuove tariffe che potrebbero costare fino allo 0,3 % del PIL nei prossimi due anni. E ora? Le prossime settimane saranno decisive per capire se il mercato continuerà a ignorare le tensioni geopolitiche o se, improvvisamente, tornerà a fare i conti con la realtà.
Per ora, gli investitori sembrano fiduciosi, ma la storia insegna che bastano poche scintille per accendere un incendio. Il 2025 è appena iniziato, ma le domande si accumulano. E le risposte, per ora, restano poche.

I migliori ETF di febbraio

Passando ai mercati, febbraio, come abbiamo visto, è stato un mese con molta incertezza e infatti notiamo che i principali indici hanno chiuso in negativo, si salvano invece quelli europei, come il FTSE Mib.
A seguire troviamo invece i peggiori indici/asset di febbraio:
  • Obbligazioni statunitensi a lunga scadenza: +2,02 %;
  • L’oro chiude in rialzo del 1,42 %;
  • Il nostro listino italiano, il FTSE MIB, chiude con un +5,92 %;
  • I mercati emergenti: +0,80 %, con il mercato azionario cinese (CSI 300) che segna un +1,18 %;
  • Materie prime, rappresentate dall'indice Bloomberg Commodity, +0,91 %, mentre il petrolio è in calo del 6,46 %;
A seguire troviamo invece i peggiori indici/asset di febbraio:
I migliori e peggiori settori di febbraio
Osservare i settori ci permette di capire come gli investitori si stanno posizionando per cercare di sfruttare al meglio lo scenario economico che si sta delineando.
Nello specifico, a febbraio, 5 settori dell’S&P 500 hanno registrato risultati positivi. Tra i principali troviamo Real Estate (+3,98 %) e Consumer Staples (+3,65 %).
Da inizio anno invece il migliore rimane quello sulla salute, come vediamo dal grafico seguente.

I migliori/peggiori settori America

I migliori/peggiori settori America
Mentre in Europa ad andare meglio sono il bancario e energetico.

I migliori/peggiori settori Europa

I migliori/peggiori settori Europa

Cosa dobbiamo aspettarci dai prossimi mesi?

L’andamento dell’indice DXY del dollaro sotto Trump 2.0 sta seguendo un copione simile al primo mandato, ma il contesto economico e le politiche potrebbero portare a esiti molto diversi.
Due scenari emergono come i più probabili: un dollaro più debole, favorito da un possibile "Accordo di Mar-a-Lago", in cui l’amministrazione negozierebbe un riequilibrio valutario per sostenere l’export USA, o un dollaro più forte, spinto da una nuova ondata di dazi che aumenterebbe la domanda di valuta statunitense.
La scelta tra le due strategie dipenderà dalle priorità di Trump: incentivare la competitività delle esportazioni o proteggere l’industria nazionale con barriere commerciali.
Nel frattempo, le politiche monetarie divergenti tra Europa e Stati Uniti aggiungono ulteriore incertezza. La BCE prevede ancora tra due e tre tagli dei tassi entro la fine dell'anno, mentre negli Stati Uniti le aspettative si sono ridimensionate a un solo taglio.
Le prospettive di crescita stanno rallentando: negli USA, le ultime stime indicano una crescita negativa del PIL del 1,5 % per il primo trimestre dell’anno. In Europa, invece, si prevede un'accelerazione nel 2025, con un PIL dell'UE stimato all'1,6 % e dell'1,4 % nella zona euro.
Questa ripresa sarà sostenuta dalla diminuzione dell'inflazione (prevista al 2,2 % nell'UE e al 2,1 % nella zona euro), dal miglioramento del potere d'acquisto delle famiglie, dalla ripresa dei consumi privati e dall’aumento degli investimenti, in parte legati ai progetti del Next Generation EU, come il PNRR. Le previsioni degli analisti sugli utili restano positive, ma mostrano un rallentamento rispetto ai mesi precedenti, come evidenziato nel grafico seguente.

Stime analisti sulla crescita degli utili

Stime analisti sulla crescita degli utili
Fonte: Factset; 28.02.2025
Tuttavia, quando si sceglie di investire facendo un PAC con gli ETF, cosa che noi di justETF sosteniamo fortemente, questi fattori di breve periodo dovrebbero toccarci il giusto.
L’orizzonte temporale è infatti quello di lungo periodo ed è su quell’orizzonte di tempo che dobbiamo fissare i nostri obiettivi.
Se vuoi scoprire come costruire un PAC, ti invito a leggere questo articolo.
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