Con la fine di luglio siamo a tutti gli effetti entrati nella seconda metà del 2023. Cosa è successo nell’ultimo mese? Cosa dobbiamo aspettarci da qui in avanti?
Livello: Avanzato
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Con la fine di luglio siamo a tutti gli effetti entrati nella seconda metà del 2023. Cosa è successo nell’ultimo mese? Cosa dobbiamo aspettarci da qui in avanti? Scopriamolo in questo articolo …
I mercati non si sono fatti spaventare dal caldo record registrato a luglio e hanno invece continuato a salire ininterrottamente.
Sul fronte macroeconomico l’inflazione ha rallentato sia in Europa che negli Stati Uniti.
Nonostante ciò, Fed e BCE non si sono fermate con il rialzo dei tassi, che hanno raggiunto rispettivamente il 5,5% e il 3,75%.
Gli investitori stanno ora scommettendo che quello visto settimana scorsa negli Stati Uniti sia stato l'ultimo rialzo dei tassi, mentre si aspettano ancora ulteriori aumenti in Europa.
Tuttavia, nel vecchio continente stanno continuando ad arrivare dati non del tutto incoraggianti da diversi indicatori economici, con il PIL che mostra solo una lieve ripresa (+0,3%) nel secondo trimestre. Si contrae invece la produzione italiana (-0,3%) rispetto al trimestre precedente. Continua invece a crescere l’economia statunitense, con il PIL del secondo semestre che è aumentato del 2,4%.
Tra le valute, da segnalare la forza dello Yen Giapponese, dopo che la Banca Centrale del paese (BoJ) ha annunciato una lieve modifica alla sua politica monetaria ultra-espansiva. Cede invece terreno il dollaro.
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L’indice S&P500: +3%. Un ulteriore aumento di circa il 4% lo porterebbe nuovamente nei pressi dei massimi storici di febbraio 2022.
Mentre il nostro listino italiano, il FTSE MIB, è aumentato del 5%;
Materie prime, rappresentate dall'indice Bloomberg Commodity, sono in rialzo nell’ultimo mese del +5%, con il petrolio che da solo guadagna un +15%.
Il mercato azionario cinese (CSI 300) segna un +4,5%.
I peggiori ETF di luglio
Tra i peggiori troviamo invece le obbligazioni, il dollaro e Bitcoin. I continui aumenti dei tassi di interesse stanno limitando la crescita dei prezzi delle obbligazioni, mentre il dollaro sta calando in vista di possibili divergenze di politiche monetarie tra le diverse banche centrali.
Ecco un breve recap delle perfomance:
Osservare i settori ci permette di capire come gli investitori si stanno posizionando per cercare di sfruttare al meglio lo scenario economico che si sta delineando.
Nello specifico, a luglio abbiamo osservato che il miglior settore è stato quello dei Comunication Services (+7,7%), seguito dalle aziende energetiche (+7,6%) e dai finanziari (7,2%).
Va inoltre sottolineato come l'appetito verso il rischio sia tornato sui mercati con le azioni growth, più volatili, che continuano a sovraperformare quelle Value.
Se vuoi avere una panoramica più completa di come si stiano comportando i diversi settori da inizio anno di seguito ti mostro un recap delle performance di quelli europei ...
I migliori settori Europa
Fonte: justETF Research
I peggiori settori Europa
Fonte: justETF Research
…e di quelli statunitensi.
I migliori settori America
Fonte: justETF Research
I peggiori settori America
Fonte: justETF Research
Si entra nel vivo delle trimestrali a Wall Street
Oltre il 50% delle società appartenenti all’indice S&P 500 ha riportato i conti trimestrali relativi al secondo trimestre di quest'anno. Gli utili sono in calo del -7,3%, mentre i ricavi sono in crescita solo dello 0,1%.
C’è però un dettaglio particolare in questi dati…
Va infatti sottolineato che per le aziende che generano più del 50% delle vendite negli Stati Uniti, il tasso di crescita degli utili è stato finora del 0,4%. La storia cambia per le aziende che invece hanno il fatturato più dipendente dall’estero, ovvero coloro che generano più del 50% delle vendite al di fuori degli Stati Uniti. In questo caso si nota un calo degli utili del -20,8%.
Anche nel caso dei ricavi la situazione è simile. In questo caso, per le aziende che generano più del 50% delle vendite al di fuori degli Stati Uniti si registra un calo del fatturato del -5,8%.
La debolezza dei risultati derivanti dal mercato internazionale è fortemente impattata dai settori del Health Care e dell’Energy. Nello specifico, aziende come Chevron, Exxon Mobil, Merck, Moderna e Pfizer che hanno avuto un'incidenza maggiore sul calo degli utili.
Se infatti queste cinque aziende venissero escluse, gli utili per le aziende dell’indice S&P 500 con una maggiore esposizione internazionale migliorerebbero a -0,7% rispetto al -20,8% attuale.
Cosa aspettarci dai prossimi mesi
Le aziende entrano ora in un periodo clou dell’anno, in cui cercheranno di ottenere ottimi risultati dalle vendite derivanti prima dal periodo estivo e poi da quello natalizio.
Per quanto riguarda gli utili, gli analisti si aspettano una crescita per Q3 e Q4, rispettivamente dello 0,2% e 7,5%. Ciò porterebbe ad un aumento degli utili dello 0,4% per l'intero anno 2023.
Dal punto di vista economico, secondo le ultime stime del Fondo Monetario Internazionale, la crescita globale scenderà dal 3,5% del 2022 al 3,0% sia nel 2023 che nel 2024.
Guardando i singoli paesi, l’Euro Area dovrebbe crescere del 0,9%, mentre gli Stati Uniti del 1,8%.
Complessivamente, l’aumento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali per combattere l'inflazione potrebbe avere dei riscontri negativi sulla domanda e quindi sull'attività economica.
L’impatto di queste manovre non è tuttavia immediato e i primi risultati potrebbero infatti cominciare a mostrarsi solo tra qualche mese.
L'inflazione complessiva globale dovrebbe comunque scendere dall'8,7% del 2022 al 6,8% del 2023 e al 5,2% nel 2024.
Nonostante monitorare questi dati e cercare di capire con che probabilità il mercato possa andare in una o in un’altra direzione sia molto importante, non tutti hanno a disposizione tempo, voglia e capacità di analizzare come gli aspetti macroeconomici possano impattare su economia e finanza.
Questa tuttavia non deve essere una scusa per “non investire”.
Proprio per chi si trova in questa casistica, che rispecchia la situazione della maggior parte delle persone, esistono strategie come il PAC e strumenti come gli ETF, che possono semplificare estremamente questo lavoro senza però sacrificare i possibili ritorni.
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