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Il costo degli ETF: Costo complessivo del fondo (TER) versus Costo totale di possesso (TCO)

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Quando si investe è importante controllare i costi. Per questo vanno presi in considerazione sia il costo complessivo del fondo che il costo totale di possesso, ovvero tutti i costi sostenuti durante il periodo complessivo di investimento.

Il costo degli ETF: Costo complessivo del fondo (TER) versus Costo totale di possesso (TCO)
 
  • Livello: Avanzato
  • Durata dell'articolo: 5 minuti
Ecco i temi che tratteremo oggi:
Uno dei maggiori vantaggi degli ETF è dato dal fatto che rappresentano una modalità molto economica per investire.
 

Il costo complessivo del fondo (TER) non mostra tutti i costi

Ad ogni modo, il costo totale di possesso di un ETF (o di un qualsiasi altro strumento di investimento) non è totalmente compreso nel costo complessivo del fondo (TER). Il TER o il suo più vicino sosia l’Ongoing Charge Figure (OCF) è una stima del costo annuale del possesso di un ETF. Esso rappresenta le variazioni delle quotazioni che potete vedere nel sito web del prodotto o nel documento informativo KIID.
Questo costo verrà giornalmente dedotto pro rata dalle vostre posizioni ma non rappresenta il costo complessivo che andrete a pagare. Per avere il costo complessivo che andrete a pagare avete bisogno di far riferimento al costo totale di possesso (TCO).

Di seguito ciò che devi sapere in merito al TER

  • Il TER è una percentuale che indica le spese ricorrenti annuali di un ETF.
  • Questi costi non hanno niente a che fare con i costi degli intermediari per eseguire gli ordini o piani di accumulo.
  • Il TER non include tutti i costi di un ETF.
  • ETF con TER più basso non necessariamente hanno un rendimento migliore di ETF con TER più elevato.

Quali costi sono inclusi nel TER?

  • Commissioni di gestione: i costi di gestione ed operativi sostenuti dal gestore ETF per replicare l’indice di riferimento. Ciò include, per esempio, i costi di gestione di portafoglio, revisione e altri costi operativi.
  • Commissioni della Banca Depositaria: L’ETF investe in titoli che sono depositati in un conto separato. Depositare i titoli nella banca ha un costo.
  • Diritti: Il fornitore dell’ETF deve pagare dei diritti per replicare l’indice.
  • Costi di distribuzione: sono inclusi i costi sostenuti per il marketing o la distribuzione del prodotto, come la produzione di documenti del fondo e brochure.

Quali costi non sono inclusi nel TER?

  • Commissioni di swap: Se si ha un ETF a replica sintetica, ETF sostiene delle commissioni per ottenere il rendimento dell’indice dalla controparte dello SWAP.
  • Proventi di prestito titoli: sono i guadagni realizzati sul prestito dei titoli. Anche in questo caso saranno presenti se e solo se il tuo ETF presta i titoli. Non tutti lo fanno.
  • Costi di transazione a livello di fondo: si verificano quando l’ETF ristruttura il suo portafoglio, ad esempio per aggiustamenti dell’indice. Includono per esempio le commissioni dei broker e gli spread (spread denaro-lettera). Poiché la composizione di molti ETF cambia raramente, tali costi di negoziazione saranno più bassi di quelli dei fondi attivi.
Anche se questi costi ed entrate non sono inclusi nel TER, sono inclusi nel fondo stesso e ne influenzano la relativa performance.

Costo totale di possesso (TCO): Tutti i costi in un'unica soluzione

Di solito non trovate il TCO in qualsiasi sito web o documento informativo, perché mentre il TER o l’OCF sono stati definiti dal settore degli investimenti in accordo con l’Unione Europea, non vi è una definizione standard relativa al TCO.
Tuttavia, gli investitori quando scelgono gli ETF dovrebbero considerare il TCO perché il prodotto con il TER più basso non è necessariamente il prodotto più economico che si può acquistare. Di seguito ti mostro come funziona il TCO.

Uno sguardo al retroscena delle voci di costo

Il TER e l’OCF comprendono il costo annuale di gestione dell’ETF più varie altre spese comprese le commissioni di licenza dell’indice, le spese legali, le spese amministrative, le spese di marketing, le spese regolamentari, le spese di revisione contabile e così via.
Il TCO, invece, comprende anche gli ulteriori costi interni che non sono inclusi nel TER come le commissioni di negoziazione, gli spread, le commissioni swap (in caso di replica sintetica). Vengono inoltre aggiunti anche i profitti derivanti dal prestito titoli. Questi costi sono un’inevitabile parte della gestione di qualsiasi fondo di investimento.
Oltre a questi costi interni, vi sono poi i vari costi esterni che sono maggiormente visibili all’investitore come i costi della piattaforma, le commissioni di negoziazione ed il differenziale bid-ask che pagate quando negoziate l’ETF.

Il costo totale di possesso per un investimento ETF

Il costo totale di possesso per un investimento ETF
Fonte: Ricerca di justETF
Questi costi esterni sono relativamente trasparenti in quanto la vostra piattaforma è obbligata a mostrarvi i costi e le commissioni di negoziazione nel momento in cui verificate il differenziale bid-ask (la differenze fra l’importo a cui vendete e quello a cui acquistate controllando i prezzi del vostro ETF.

La Tracking difference come voce di costo

Come puoi quindi scoprire i costi interni addizionali di un ETF se non sono inclusi nel TER? La risposta è guardare la tracking difference dell’ETF.
La tracking difference è la discrepanza tra i rendimenti dell’ETF ed i rendimenti dell’indice che si vuole replicare.
Per esempio, se i rendimenti di un indice sono pari al 10% ed i rendimenti dell’ETF sono pari al 9%, la tracking difference sarà pari a 1%.
In questo esempio, i costi interni dell’ETF faranno avere una performance di un 1 punto percentuale più bassa dell’indice sottostante.
Questa differenza del 1% è proprio il vostro TCO più i costi esterni dell’investitore discussi qui sopra.
Come mostrato di sopra, la tracking difference mostra effettivamente il costo totale di possesso dell’ETF, ovvero il costo totale di possesso più i costi esterni.
Può sembrare strano, ma la tracking difference può a volte essere in favore dell’ETF. Ciò perché un ETF può ottenere un profitto extra dalle sue attività, come per esempio, per il prestito dei titoli o per il fatto di beneficiare di una più favorevole tassazione, rispetto a quanto viene considerato nel calcolo del rendimento dell’indice. Inoltre, può essere anche dovuto al fatto che la composizione dell’ETF differisce leggermente da quella dell’indice e ciò comporta un vantaggio temporaneo per l’ETF.
Il modo migliore per vedere la tracking difference è quello di analizzare il grafico di lungo periodo degli ETF selezionati e dell’indice che seguite. Potete ignorare qualsiasi confronto fatto su un periodo di tempo inferiore all’anno.
Ciò nonostante, è difficile trovare idonei dati dell’indice per poter fare una comparazione significativa nella modalità sopra illustrata. In alternativa, potete confrontare i rendimenti di diversi ETF che replicano lo stesso indice. Basta selezionare gli ETF giusti e fare un confronto grafico. Di solito, l’ETF con i rendimenti più alti, nel lungo periodo mostra il TER più basso.
E’ importante ricordare che tali confronti si riferiscono al passato e la performance futura può sempre essere diversa. Per esempio, è possibile che un ETF abbia ridotto i propri costi solo recentemente. Tale riduzione di costo avrebbe un impatto molto basso su una visione di lungo periodo, ma un impatto molto grande nella performance futura dell’ETF.
Per questa ragione, il TER rimane comunque un criterio essenziale nella selezione di un ETF - considerando però i limiti sopra menzionati.
Il nostro consiglio: Per gli indici più popolari, offriamo guide agli investimenti con confronti chiari e classifiche degli ETF disponibili, come gli ETF sull'MSCI World.
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