Per anni la Cina è stata considerata la futura potenza mondiale e in Asia e nei paesi emergenti era vista come modello economico da seguire. Tuttavia, da due anni a questa parte le azioni del paese del Dragone sono in forte difficoltà, soprattutto dopo lo scoppio della pandemia del coronavirus, con conseguenze per tutti gli indici che replicano i mercati emergenti.
Gli ETF cinesi hanno infatti perso veramente tanto terreno negli ultimi anni. Le azioni della Cina continentale (azioni A) sono scese di circa il 30% e i titoli quotati a Hong Kong (azioni H) sono addirittura scesi di quasi il 50%.
Il calo ha colpito tutti i settori, anche se si notano alcune differenze.
Le azioni H, che sono significativamente più focalizzate sulla tecnologia, sono scese più bruscamente rispetto al mercato delle azioni A onshore, che è composto maggiormente dai gruppi industriali. Inoltre, la negoziazione delle azioni A è regolamentata in modo più rigoroso dal governo, motivo per cui le azioni H possono essere negoziate in modo più liquido e sono spesso viste come un migliore indicatore del mercato azionario cinese.
Cosa significa tutto ciò per i tuoi investimenti?
Il calo del mercato azionario cinese si ripercuote anche su molti portafogli ETF. Questo perché chiunque ha un ETF sui mercati emergenti, una buona parte del proprio portafoglio è investita in Cina.
Non è un caso che la quota della Cina all’interno degli ETF sui mercati emergenti sia scesa a circa il 25% dal circa 40% del 2019. Il motivo è proprio il recente calo dei prezzi.
Inoltre, negli indici mondiali globali come l' MSCI ACWI o il FTSE All World, che combinano paesi industrializzati ed emergenti, la quota della Cina è attualmente solo del 2%, inferiore a quella della Germania o della Svizzera.
Quali alternative ci sono?
Naturalmente possiamo togliere la Cina o i mercati emergenti dal nostro portafoglio.
Ma attenzione: le performance passate non sono un indicatore degli sviluppi futuri.
Inoltre, gli ETF si adeguano automaticamente. Ciò vuol dire che come abbiamo detto sopra, la Cina costituisce ora una parte minore all’interno degli ETF e quindi anche all’interno del tuo portafoglio dopo le perdite degli ultimi anni.
Se ora decidi di non investire più nei mercati emergenti o di acquistare un ETF sui mercati emergenti con l’aggiunta “ex Cina”, stai escludendo parte del mercato complessivo e scommetti quindi che la performance di questi mercati continuerà a deludere in futuro.
justETF evita di fare previsioni e preferiamo invece mappare e investire nell'intero mercato. E ciò include anche la Cina.
Questa scelta dipende tuttavia esclusivamente da te. Tuttavia considera che in passato ci sono stati e sempre ci saranno periodi in cui un paese o un asset class performa meglio o peggio. È proprio questo l’obiettivo della diversificazione: mitigare le performance negative con altri asset o settori che invece hanno performance positive. Adesso è il turno della Cina, ma tra qualche mese potrebbe essere proprio il paese asiatico a spingere al rialzo il tuo portafoglio.
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