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Ecco i temi che tratteremo oggi:
Che cosa sono i paesi emergenti?
Questi paesi, pur non essendo ancora allo stesso livello delle economie sviluppate come Stati Uniti o Germania, stanno vivendo una fase di rapida trasformazione. Ad esempio, paesi come India e Vietnam possono crescere al ritmo del 6-7 % annuo, mentre le economie sviluppate spesso non superano l'1-2 %. Questo ritmo di crescita è spesso alimentato da una popolazione giovane e in espansione, che rappresenta sia una forza lavoro dinamica che un crescente bacino di consumatori.
L'urbanizzazione gioca un ruolo centrale in questo processo. Milioni di persone si trasferiscono dalle aree rurali a quelle urbane, creando una crescente domanda di infrastrutture: strade, case, scuole, ospedali. Questo spostamento non solo accelera la crescita economica, ma genera anche opportunità importanti per le imprese che operano in diversi settori.
Crescita economica è sempre sinonimo di crescita delle azioni?
Una crescita del PIL di un paese si traduce automaticamente in un aumento dei prezzi delle azioni? Non è sempre così semplice. Questa distinzione è particolarmente rilevante nei mercati emergenti, dove il legame tra espansione economica e risultati finanziari delle imprese non è sempre diretto. Ma analizziamo meglio la questione. Nei mercati emergenti, gran parte della crescita economica può essere trainata da settori che non beneficiano direttamente le aziende quotate. Ad esempio, investimenti in infrastrutture pubbliche o crescita agricola possono non riflettersi immediatamente nei profitti delle grandi aziende quotate in borsa. In India, per esempio, buona parte della crescita economica è attribuibile al settore agricolo o a grandi progetti governativi. Tuttavia, molte delle società quotate operano nei settori tecnologico o dei beni di consumo, che potrebbero non beneficiare direttamente da questi investimenti. Inoltre, nei mercati emergenti, la governance aziendale e la trasparenza sono spesso meno sviluppate rispetto ai mercati più maturi. Questo può portare a inefficienze nella gestione delle imprese, corruzione e cattiva allocazione delle risorse. Anche con una forte crescita economica, queste inefficienze possono limitare la capacità delle imprese di trasformare la crescita in utili reali. In Russia, per esempio, nonostante una crescita significativa nei primi anni 2000 grazie al boom delle materie prime, molte aziende, specialmente nei settori dell'energia e delle risorse naturali, hanno avuto difficoltà a incrementare gli utili a causa di problemi di corruzione, governance e controllo statale. Anche le politiche economiche e fiscali nei mercati emergenti possono essere volatili. Interventi governativi come tasse impreviste, regolamentazioni restrittive o nazionalizzazioni di settori chiave possono influenzare negativamente le aziende. In Argentina, ad esempio, il controllo statale su alcuni settori ha spesso ridotto la redditività delle aziende, scoraggiando così gli investimenti. Se guardiamo gli Stati Uniti, notiamo come dominino il mercato azionario globale, rappresentando il 42,5 % della capitalizzazione di mercato globale con un valore di oltre 46 trilioni di dollari. Questa percentuale è molto superiore rispetto al loro contributo al PIL globale, che è intorno al 21-25 %. C'è quindi una netta differenza tra la crescita economica e quella del mercato azionario. Anche in Cina vediamo una discrepanza simile: sebbene l'economia sia cresciuta in modo massiccio negli ultimi due decenni, il mercato azionario non ha seguito lo stesso ritmo, evidenziando ancora una volta che la crescita economica e quella azionaria possono non andare di pari passo.Gli indici per investire sui mercati emergenti
Sul sito di JustETF puoi trovare tre indici con i corrispettivi ETF per investire nei mercati emergenti: MSCI Emerging Markets IMI, MSCI Emerging Markets e FTSE Emerging Index. Vediamoli più da vicino.- L'MSCI Emerging Markets IMI è l'indice più ampio, includendo un gran numero di aziende, dalle più grandi alle più piccole, in 24 paesi emergenti. In totale, comprende 3.337 aziende, coprendo così tutto il mercato di questi paesi.
- L'MSCI Emerging Markets si concentra invece sulle aziende di grande e media dimensione, includendo 1.277 aziende. Questo significa che copre una parte più piccola del mercato, ma resta comunque rappresentativo delle aziende più importanti.
- Il FTSE Emerging Index è simile all'MSCI Emerging Markets, includendo anch'esso solo aziende grandi e medie, e conta 2.226 aziende. Anche se offre una panoramica più ampia rispetto all'MSCI Emerging Markets, è comunque focalizzato sulle imprese principali dei mercati emergenti.
Distribuzione geografica
Fonte: justETF su rielaborazione dati degli Indici
Analizzando i settori economici più rappresentati, si nota come la tecnologia e la finanza siano i principali protagonisti. Nell'MSCI Emerging Markets IMI e nell'MSCI Emerging Markets, questi due settori costituiscono oltre il 40 % del totale. Anche nel FTSE Emerging Index, la tecnologia è dominante, rappresentando più del 26 %, seguita dai servizi finanziari.
Taiwan Semiconductor Manufacturing è una delle aziende principali in tutti e tre gli indici, mentre Tencent e Alibaba sono anch'esse tra le prime dieci. Questo ci mostra quanto siano fondamentali le aziende tecnologiche asiatiche per i mercati emergenti.
Peso delle principali aziende negli indici
Fonte: justETF su rielaborazione dati degli Indici
Rendimenti a confronto
Dal grafico si nota come tutti e tre gli indici seguano cicli simili, con anni di crescita e anni di calo, anche se con alcune differenze.Rendimenti 3 indici a confronto
Fonte: justETF
Ad esempio, il 2017 è stato un anno molto positivo per tutti e tre gli indici, con il MSCI Emerging Markets che ha registrato la crescita più forte.
Tuttavia, durante i periodi negativi, come nel 2015 e nel 2022, tutti e tre gli indici hanno subito forti ribassi, con il FTSE Emerging e il MSCI Emerging Markets che hanno subito perdite leggermente più marcate rispetto al MSCI ACWI IMI.
Nel 2023, tutti e tre gli indici mostrano un recupero positivo, sebbene il MSCI Emerging Markets IMI abbia superato i rendimenti degli altri due indici emergenti.
Complessivamente, come possiamo vedere da questo altro grafico con 3 ETF sui rispettivi indici, i rendimenti da luglio 2017, sono pressoché molto simili, ad avere la meglio FTSE Emerging market.
Andamento 3 ETF sui 3 indici a confronto (luglio 2017-ottobre 2024)
Fonte: justETF
Rischi nei Mercati Emergenti
Quando parliamo di rendimenti nei mercati emergenti, è fondamentale considerare anche i rischi associati a queste economie. Nonostante i rendimenti potenzialmente superiori, questi mercati sono caratterizzati da una maggiore volatilità, con fluttuazioni ampie e imprevedibili di azioni e obbligazioni. Volatilità e Instabilità Politica I mercati emergenti spesso soffrono di instabilità politica e cambiamenti di governo imprevedibili. Eventi come colpi di stato o elezioni irregolari possono creare turbolenze finanziarie, mentre politiche economiche mutevoli, come aumenti fiscali o nazionalizzazioni, possono danneggiare imprese e investitori. A differenza dei mercati più consolidati, come Stati Uniti o Europa, queste economie mostrano una minore prevedibilità politica e istituzionale. Dipendenza da Materie Prime Molti paesi emergenti dipendono fortemente dall'esportazione di materie prime come petrolio e gas. Di conseguenza, sono vulnerabili alle fluttuazioni dei prezzi globali di queste risorse. Un calo del prezzo del petrolio, ad esempio, può colpire duramente economie come quelle di Russia o Brasile. Inoltre, crisi economiche globali possono ridurre la domanda di esportazioni, creando ulteriori pressioni economiche. Inflazione e Instabilità Valutaria Nei mercati emergenti, inflazione e instabilità valutaria sono spesso problematiche. L'elevata inflazione può ridurre il potere d'acquisto e aumentare l'incertezza economica, mentre le valute meno stabili espongono gli investitori al rischio di svalutazione, incidendo sui rendimenti anche in periodi di crescita economica locale. Governance Aziendale Debole La debolezza nella governance aziendale e la scarsa trasparenza sono altri rischi rilevanti. Regolamentazioni poco solide e pratiche di gestione inefficienti possono portare a corruzione e cattiva allocazione delle risorse, limitando i benefici della crescita economica per le imprese e gli investitori. Interventi Governativi Imprevedibili Gli interventi governativi, come nazionalizzazioni o controlli sui prezzi, sono un rischio costante nei mercati emergenti. In Argentina, ad esempio, queste politiche hanno limitato la redditività delle imprese e scoraggiato gli investimenti esteri, riducendo il potenziale di crescita.Mercati Emergenti: Sì o No?
La decisione di includere o meno i mercati emergenti nel proprio portafoglio è sicuramente soggettiva, ma ci sono alcune considerazioni importanti che potrebbero spingere un investitore a inserirli nella propria strategia. I mercati emergenti sono spesso caratterizzati da una rapida crescita economica, una popolazione giovane e dinamica, e un forte potenziale di espansione in settori cruciali come la tecnologia e le infrastrutture. Tuttavia, come abbiamo visto, questi mercati comportano anche una maggiore volatilità e rischi specifici legati alla stabilità politica, alla governance aziendale e alle oscillazioni valutarie. Uno degli argomenti più forti a favore dell'inclusione dei mercati emergenti nel portafoglio è la diversificazione geografica. Quando si investe, è essenziale non concentrare tutte le proprie risorse in un'unica regione o paese, soprattutto in un contesto in cui l'economia globale è interconnessa ma anche vulnerabile a eventi locali o regionali. Gli Stati Uniti, pur essendo la principale potenza economica mondiale, potrebbero non mantenere per sempre il loro predominio. L'inclusione di economie emergenti come Cina, India e Brasile può aiutare a bilanciare un portafoglio e a ridurre la dipendenza da mercati sviluppati come quelli statunitensi o europei. I mercati emergenti offrono un'esposizione a regioni del mondo che stanno attraversando una fase di trasformazione e crescita. In molti di questi paesi, le infrastrutture sono in fase di sviluppo, le classi medie sono in espansione e la domanda interna di beni e servizi è in forte crescita. Avere una componente del portafoglio che sfrutta queste opportunità può fornire una crescita più elevata nel lungo periodo, anche se è necessario considerare la maggiore volatilità che ne deriva. Per chi è alle prime armi o per chi preferisce un approccio più semplice, una delle strategie più efficaci potrebbe essere quella di scegliere un ETF che includa sia i mercati sviluppati che quelli emergenti. Questo tipo di ETF fornisce un'esposizione equilibrata e diversificata su scala globale, senza la necessità di monitorare costantemente i cambiamenti geopolitici e macroeconomici di ogni singolo paese. In questo modo, gli investitori possono beneficiare del potenziale di crescita dei mercati emergenti, senza doversi preoccupare di gestire attivamente il peso percentuale di ciascun paese nel portafoglio. Tuttavia, si tratta di una scelta soggettiva e non si tratta in nessun modo di consigli finanziari. Negli ultimi anni, la performance di ETF globali che includono anche i mercati emergenti è stata positiva, e in alcuni casi ha superato quella di ETF focalizzati esclusivamente sui mercati emergenti, come vediamo dal grafico seguente. Tuttavia, come sempre, è importante ricordare che le performance passate non sono garanzia di rendimenti futuri. Se infatti vediamo gli ultimi mesi la situazione è opposta.Performance mercati emergenti e ETF World
Fonte: justETF
Per gli investitori più esperti o coloro che desiderano un controllo maggiore sul proprio portafoglio, una strategia alternativa consiste nell'acquistare separatamente ETF dedicati ai mercati sviluppati e ai mercati emergenti. Questo approccio consente di personalizzare il peso di ciascuna area geografica in base alle proprie preferenze e convinzioni. Ad esempio, se si crede che i mercati emergenti avranno un ruolo sempre più importante in futuro, si potrebbe decidere di aumentare gradualmente la percentuale dedicata a questi paesi nel portafoglio.
Questo approccio richiede però una maggiore attenzione e gestione attiva, poiché l'investitore deve monitorare l'evoluzione delle economie emergenti e adeguare di conseguenza il peso assegnato.